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10 cose Lgbtq che abbiamo appreso dai Mondiali femminili

Partecipazione del pubblico molto colorata e seguito tv in tutto il mondo. Il tutto mixato in uno spettacolo di calcio come mai prima d'ora

Lo slogan per il 2023 dei Mondiali di calcio femminili era ‘Oltre la grandezza’. E le barriere sono state infrante a 360°.

L’affluenza di pubblico negli stadi ha sfiorato i 2 milioni, la tv australiana ha battuto il record di spettatori per la semifinale contro l’Inghilterra e abbiamo visto dai dati degli ascolti come mai prima d’ora molte più persone nel mondo hanno visto l’evento.

Ma per alcuni, il torneo è andato anche ‘oltre l’omosessualità’ facendo oscillare il pendolo lgbtq nella direzione opposta rispetto ai Mondiali di calcio del Qatar 2022.

Forse già sapete che ci sono state circa cento giocatrici pubblicamente dichiaratesi lgbtq in Australia e Nuova Zelanda oltre a prendere in considerazione allenatori, tifosi e inviati di stampa e tv.

Outsports ha selezionato 10 spunti particolarmente interessanti, dal Campionato di calcio più bello e inclusivo che abbiamo mai visto. 

L’articolo completo sul sito outsports.com

  1. Una mascotte con i capelli simili a Megan Rapinoe che è stata identificata immediatamente come queer. Rapinoe è la calciatrice contemporanea più celebre ed iconica. Statunitense di origini irlandesi e italiane, ha giocato in Usa ed Europa arrivando a conquistare il Pallone d'oro del 2019. La mascotte Tazuni sembrava avere i capelli simili in tutto e per tutto alla campionessa statunitense.
  1. Alcune giocatrici trovano sempre il modo di mostrare i loro veri colori e di metterli in risalto. L’esempio è quello dell'attaccante sudafricana classe '96 Thembi Kgatlana che ha aggirato il divieto di vestire la fascia di capitano con la bandiera del Pride e ha colorato i propri capelli con quelli dell’arcobaleno.
  2. La silenziosa dignità di Quinn contrasta con il caos che la circonda. La canadese Quinn, prima calciatrice transgender e non binaria a partecipare alla Coppa del Mondo femminile, ha avuto la capacità di isolarsi da tutto per restare concentrata sul campo.
  1. I cronisti che mettono a disagio le calciatrici lgbtq diventano un caso. Qui si fa riferimento alla bufera innescata dalla domanda di un giornalista della Bbc alla giocatrice del Marocco Ghizlane Chebbak che ha chiesto se ci fossero giocatrici gay in squadra visto che in Marocco è vietato avere una relazione omosessuale. Il moderatore Fifa della conferenza è intervenuto sostenendo che fosse una domanda estremamente politica. Il reporter in questione forse sperava di sottolineare le battaglie per i diritti umani ma alla fine ha solo posto l’attenzione su sé stesso con la sua dannosa mancanza di sensibilità. Infine il portavoce della Bbc ha ammesso che la domanda fosse “inappropriata”.
  1. Le giocatrici più giovani sembrano essere più inclini a far entrare i propri fan nelle loro vite. Vedere giovani giocatrici e giocatori lgbtq crescere in visibilità è molto incoraggiante per tutte e tutti. Outsports passa brevemente in rassegna tutte le atlete che hanno condiviso un pezzo della propria vita sentimentale con il pubblico.
  1. Il presidente della Fifa Gianni Infantino ritiene che le questioni inerenti all’uguaglianza siano “battaglie” e che alcune di esse non dovrebbero essere combattute nel calcio. Outsports sostiene che la visione di Infantino sia miope.
  1. Le foto dell’amore queer e di famiglie Lgbtq sono state la regola durante la Coppa del Mondo. Anche qui la testata raccoglie una serie di immagini che faranno parte dellla memoria di questo mondiale.
  2. Avere tanti storyteller che hanno fatto coming out ci aiuta ad avere nuove narrazioni. 
  1. Quando le leggende lgbtq si ritirano, la comunità lgbtq ha bisogno di celebrarle bene come, ad esempio, la calciatrice Usa Megan Rapinoe.
  2. Questo Mondiale è stato super-lgbt ma la Spagna avrà un ricordo un po’ più complicato.

Il riferimento è a Luis Rubiales presidente della Federcalcio spagnola che aveva baciato in bocca la calciatrice Jenni Hermoso durante la cerimonia di premiazione del mondiale. Molto criticato, ha fatto marcia indietro chiedendo “scusa” per un atto che è stato percepito da molti come sessista. Troppo tardi...la notizia è rimbalzata sui siti e sui profili social di tutto il mondo, suscitando sdegno e condanne. Luis Rubiales, che aveva annunciato le dimissioni e poi le ha ritirate,  prova a resistere ma il Governo spagnolo ha avviato un procedimento per sollevarlo dall'incarico. (a cura di Edoardo Arturo Scali)

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